Fare stalking usando Telegram? Ma anche no!

Cerca le persone vicine: Una funzione “strana” o una funzione “utile”?

Questo articolo nasce da una critica che volevo fare ad alcuni video che ho visto online e che criticavano negativamente una nuova funzione approdata su Telegram.

In poche parole, la funzione permette di cercare altri utenti di Telegram che sono nelle vostre strette vicinanze, con l’uso del GPS. Precisiamo però che se volete essere ricercabili dovete attivare manualmente l’impostazione, praticamente se volete che gli altri vi contattino vi rendete autonomamente visibili, se non volete che gli altri vi contattino restate nel buio e nessuno vi contatterà.

Utilità di questa nuova feature? Beh, se vi trasferite in una nuova città e non avete amici, la attivate per poter trovare facilmente qualcuno, uomo o donna che sia, da poter frequentare. Oppure, se siete degli artigiani autonomi vi rendete visibili e cambiate il vostro nome con quello della vostra attività. Oppure ancora, se avete un negozio create un gruppo geolocalizzato e chi è nelle vicinanze dell’attività può vedervi.

Sulla rete questa caratteristica viene descritta in maniera totalmente negativa, utilizzando parole come “stupido“, “pericoloso“, la descrivono come una funzione dedicata a chi vuole fare “stalking“, o per profilare le persone secondo un particolare gusto sessuale. Oppure la possibilità di trovare gruppi orientati al sesso

Facciamo un po’ di chiarezza

Quando un improvvisato showman che pratica comunicazioni in pieno stile radiofonico vi parla di tecnologia, prendete sempre con le pinze ciò che sta dicendo, perché il più delle volte non sa di cosa sta parlando, oppure lo sa ma cerca di attrarre attenzione per fare numeri.

Se noi attiviamo la funzione è Telegram stesso ad avvisarci che potrebbe attirare una eccessiva attenzione, l’utente è consapevole di ciò che sta facendo e se continua significa che essere rintracciabile è proprio ciò che vuole. Se troviamo gruppi geolocalizzati non inerenti al luogo (un’attività non esistente, oppure gruppi di natura sessuale) noi andremo a segnalarli e Telegram li chiuderà. La cosa importante da sapere è che l’opzione è disattivata di default. Inoltre, per poter abilitare la funzione è necessario che la foto profilo non sia limitata a nessuno o ai soli contatti, ma che sia pubblica e visibile a tutti.

Lo scopo della visibilità geolocalizzata è quella di essere propensi a nuove conoscenze. Se non siamo più propensi lo disabilitiamo e restiamo tranquilli.

Lo scopo dei gruppi geolocalizzati è quello di riunire un gruppo di persone che si trovano in quella posizione. Ad esempio un gruppo geo dedicato a Piazza di Spagna, oppure gruppi dedicati ai quartieri dove ognuno di noi abita. Se un gruppo geolocalizzato tratta materiale illegale o ha comunque scopi sessuali o illeciti, va segnalato in quanto Telegram non li ha creati per quello scopo.

Se chi vi mostra questi gruppi non vi mostra come segnalarli, e perché farlo, non ha capito l’argomento di cui sta parlando. Semplicemente ha colto il discorso da un’uscita con gli amici, magari bevendo una birra, e ha pensato di farne un video senza prima entrare nel merito, senza documentarsi.

Quando l’informazione è incompleta

Si parla della possibilità di “mappare” le persone, in quanto se girovagate per la città con la ricerca attiva in stile Pokemon Go possiamo rintracciare fisicamente tutte le persone che ci interessano, oppure magari i più esperti potrebbero creare un programmino che riesce a mappare le abitudini di tutti coloro che ci interessano. Tutto vero, ma parlare di stalking proprio adesso non mi sembra proprio corretto.

Oggettivamente, se ci pensate, ci sono svariati metodi per applicare stalking, come seguire il profilo pubblico su instagram, anche senza registrazione, e controllare le posizioni che un utente inserisce sulle proprie foto. O anche seguire il profilo pubblico su twitter, anche senza registrazione, e controllare le posizioni che un utente inserisce sui propri tweet. Anni fa scoprii per puro caso che le oltre centinaia di tweet che avevo pubblicato avevano la posizione di casa mia, senza mai aver abilitato nulla. Quello però non era un problema, perché era Twitter, non Telegram.

Inoltre, oggi, tanta gente si incontra in pieno anonimato usando app apposite, usando applicazioni come Tinder, o anche Facebook. Se installate Facebook sul vostro dispositivo mobile, dopo un po’ tra i possibili amici o conoscenti vi compaiono anche i vicini di quartiere, questo perché probabilmente Facebook incrocia i dati sulla posizione del vostro dispositivo e vi dice che probabilmente potreste conoscere quelle persone.

Vi basta avere un profilo linkedin per essere stalkerati, basta infatti eseguire una ricerca su Google con il nome della vostra azienda con un bel “site:www.linkedin.com“.

Questo per dire che tutti quelli che si lamentano di Telegram magari hanno profili Twitter, Instagram, Facebook, Linkedin, Tinder e sono rintracciabili (o stalkerabili) da qualsiasi canale, ma il problema lo focalizzano su Telegram.

Conclusioni

Giusto per completare, solo per consiglio, non bevetevi tutto ciò che la gente dice. Non è detto che se uno è ben vestito ed ha una dialettica sufficientemente buona, ha una bella macchina, ed è vestito bene, ha ragione a prescindere. Quando una persona si esprime altro non fa che descrivere il suo punto di vista, a meno che non si stia parlando di teoremi scientifici dimostrabili, applicati e funzionanti.

Colgo l’occasione per invitarvi a seguire il progetto InsideTelegram, se ovviamente vi interessa l’argomento, dedicato agli utenti normali, ai programmatori e a chi vuole fare business.

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2 commenti

  1. Sono sostanzialmente d’accordo con te, sono anni che ricevo critiche per non usare whatsapp o per usare telegram. La frase “la usano i terroristi”, considerando che sono diverse centinaia di milioni che usano quotidianamente, oppure che esistano canali ufficiali di enti, associazioni eccetera dovrebbe smentire queste paure, oltre all’ignoranza tecnologica.
    Non so chi sia lo showman improvvisato esperto, tanto oramai hanno licenza di fake news su tutti i canali TV, radio, riviste e credo non ci sia niente di male nell’esporre la falsità e il nome e cognome di chi la propaga.
    Detto tutto questo, lo “stalking” nei social, app, “digitale” esiste e fa paura e volente o nolente tutti ne faremo/abbiamo fatto esperienza.
    Può avvalersi dei sensori dello smartphone, dal GPS, bluetooth , app-spia ecc., al semplice account sociale. Ok, si può fare il blocco e segnalare – fatevi screenshots, raccogliere sempre prove – .
    Un conto è avere una normale, decente conversazione e contradditorio, un ‘altra è raggiungere una persona attraverso vari social, fare screenshots, tempestare messaggi per provare che ha ragione.
    Il “tracking down” su vari canali sociali, a volte, per mio personale errore, l’ho offerto io, mostrando su uno o più social le mie associazioni; se potete, disconnettete i social uno dall’altro, lo sò, è un assurdità, cioè non fate sapere a LinkedIN che siete su Facebook o su twitter, se li avete compartimentati, molto più difficile che vi seguano e distruggano reputazione su uno o l’altro oppure ricevete post che dimostrano chi seguite e cosa dovete fare, semplici intimidazioni. Vi assicuro che non è piacevole lo stalking ne il tracking down, per questo ho terminato più di un social. Auguri a tutti.

    1. Ciao Enrico e grazie per l’intervento.

      Sinceramente preferisco evitare di divulgare nomi o fare riferimenti perché il rischio è sempre quello di creare carichi di insulti inutili. Inoltre, chi dichiara o elabora questo tipo di logiche generalmente non si fa problemi a querelare per diffamazione, che per quanto possa essere inutile si può sempre trasformare in una scocciatura da gestire.

      Quello che mi chiedo è, perché con tutte le esposizioni in fatto di dati che abbiamo oggi dobbiamo andare a focalizzarci su una funzione che va abilitata e disabilitata a scelta dall’utente stesso?

      Saluti

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